In questo 2020, anno di stravolgenti cambiamenti, si sta assistendo ad un’inversione di tendenza anche per quanto riguarda la scelta delle reti e le implementazioni delle stesse su tutto il territorio nazionale.
Nonostante in testa resti il Fiber to the cabinet (Fttc) con 8,81 milioni di accessi, la tecnologia Fixed Wireless Access (FWA) si sta velocemente facendo strada con 1,44 milioni di linee, e quasi eguaglia il Fiber to the home (Ftth) a quota 1,57 milioni.

Con il crollo degli accessi con rete in rame (attualmente sotto il 40% del totale accessi, rispetto al 85% del del 2016), e l’FWA ormai vicinissima in termini di accessi e prestazioni al Fiber to the home (Ftth), è chiaro come l’inversione di tendenza possa essere sempre più netta e delineata a favore dell’uso delle tecnologie di nuova generazione FWA.
Oltre il 77% dei numeri civici localizzati nelle aree grigie e nere sarà dotato di infrastrutture a banda ultralarga in fibra o in modalità Fwa entro fine 2022: questa la stima messa nero su bianco da Infratel, la in-house del Mise guidata da Marco Bellezza, sulla base dei piani di investimento forniti da 44 operatori di TLC e che aggiorna, dunque, la mappatura nazionale.
Si tratta di un primo esito della consultazione pubblica avviata lo scorso 23 giugno da cui emerge una previsione estremamente ottimistica, se si considera che la copertura, ad oggi, risulta al 23,1% degli immobili. È quindi probabile che tale gap, anche da qui a due anni, non potrà essere colmato in toto, considerato che si parla di aree nere e soprattutto di aree grigie.
Per ciò che riguarda le aree bianche, circa il 22% dei civici italiani resteranno fuori dal piano di copertura degli operatori nel biennio 20-22; è inequivocabile la necessità, quindi, di un intervento immediato in termini di piano pubblico.
Per comprendere a pieno il senso e l’utilità di questa suddivisione, è importante sapere che:
- Le “aree nere” sono tutte quelle aree nelle quali investono o investiranno almeno due operatori, ognuno con una propria rete, che erogano servizi a banda ultralarga
- Le “aree grigie” sono tutte quelle aree nelle quali investe o investirà un operatore che fornisce servizi di connettività a banda ultralarga
- Le “aree bianche” sono tutte quelle aree in cui nessun operatore investe o investirà in connettività a banda ultralarga, e in cui sarà richiesto l’intervento economico dello Stato
Per quanto semplice e intuitiva, alcuni aspetti legati alla suddivisione delle aree rischiano comunque di essere fraintesi. Ecco, quindi, che risulta necessario fare alcune precisazioni:
- “Area” non significa “Comune”, ma un Comune può avere al suo interno più aree. Lo prova il fatto che i Comuni oggetto del Piano BUL sono 8 mila, mentre le aree circa 95 mila
- Quando parliamo di “aree nere”, i due o più operatori coinvolti sono tenuti a erogare i loro servizi di connettività a banda ultralarga su infrastrutture – e quindi reti – separate
- Con “Banda Ultralarga” si intendono reti di tipo NGA (Next Generation Access), le quali permettono di raggiungere una velocità di download superiore a 30Mbps. Quindi, di fatto, ci si riferisce a collegamenti di tipo VDSL, FTTH e FWA su frequenze licenziate
A fine 2022, quindi, su 20,7 milioni di numeri civici ne saranno coperti 16 milioni, ma di questi solo 765mila nelle aree grigie, in cui, però, oltre 2 milioni di strutture continueranno a essere servite solo dal rame.

A consentire l’accelerazione – da quanto risulta dalla documentazione – saranno le tecnologie “ibride” fixed wireless access più che l’Ftth: “l’impiego della tecnologia radio aumenterà in misura considerevole. Infatti oltre il 28% dei civici VHNC (Very High Capacity Networks) sarà connesso con tecnologia FWA”.
Tutto ciò sarà facilitato anche dal Piano BUL, precedentemente descritto QUI, contenente le iniziative volte ad accelerare la transizione verso la banda ultralarga in Italia, e dalla oramai prossima revisione del PNRF, che consentirà l’ingresso sul mercato di tecnologie FWA operanti in bande non tradizionali (60GHz in primis).
A gennaio 2021 l’importo cumulato dei lavori ordinati al Concessionario da inizio Piano BUL era pari a 1.418.562.211 euro, di cui 20.983.635,32 euro le risorse impegnate nel mese di gennaio. Continua, infatti, la spinta sul Piano BUL: sono stati aperti alla commercializzazione oltre 1.774 comuni e sono al via i primi collaudi per i comuni di gara 3.
Si aprono così, sul prossimo biennio, nuovi scenari e grandi opportunità per gli operatori TLC presenti sul territorio nazionale.
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