Partiamo da un dato allarmante: il 60% delle aziende colpite da un disastro informatico falliscono entro 6 mesi.
Oggi più che mai le aziende accumulano grandi quantità di dati, fondamentali per il proprio business aziendale, perdere tali informazioni può causare gravi danni se non addirittura portare l’azienda alla chiusura.
Il volume dei dati attualmente in circolazione cresce a ritmi senza precedenti, basti pensare che più del 90% di tutti i dati oggi presenti al mondo è stato creato negli ultimi anni. Secondo IBM infatti dal 2012 ad oggi sono stati generati più di 2,5 miliardi di gigabyte al giorno.
Il questo scenario è quindi fondamentale dotarsi di un buon piano di Disaster Recovery, che permetta di proteggersi da questa minaccia latente.
Che cos’è il Disaster Recovery Plan
Per disaster recovery si intende l’insieme delle misure tecnologiche, logistico/organizzative atte a ripristinare sistemi, dati e infrastrutture necessarie all’erogazione di servizi di business per imprese, associazioni o enti, a fronte di gravi emergenze che ne intacchino la regolare attività.”
Il piano di disaster recovery è quindi una procedura di ripristino che deve attivarsi nel caso di una perdita di dati aziendali con l’obiettivo di minimizzare il danno e ripristinare i processi core dell’azienda.
Come strutturare il piano di recupero
Da dove bisogna partire? Vediamo brevemente come impostare un piano di recupero dati.
Step 1: identificare le tipologie di dati
La prima cosa da fare è identificare quali sono le sorgenti dato core per la tua azienda, ovviamente i dati variano da business a business, vediamo alcuni esempi:
- Processi core: tutte le aziende possiedono uno o più gestionali per poter eseguire processi di fatturazione, ticketing, presales, gestione ordini, gestione magazzino etc. Ogni giorno vengono accumulati grandi quantità di dati su questi sistemi che nel caso di perdita possono mandare in blocco l’intero business aziendale.
- Intranet aziendale: in tutte le aziende sono presenti dati condivisi su server e NAS. Questi dati possono essere ad esempio documenti relativi ad offerte, manuali, media. Molto spesso nella intranet risiedono dati aggiornati di frequente e che necessitano di costanti backup.
- Casella di posta: la mail rappresenta ad oggi uno dei principali canali attraverso il quale ci scambiamo informazioni chiave per il business aziendale, specialmente nel B2B, è importante quindi pensare ad una strategia di salvaguardia e recupero anche per queste informazioni.
- Device personali & Workstation: Può capitare che alcuni file non vengano salvate in rete condivisa e che quindi risiedono in locale su macchine (desktop e mobile), anche questi dati andrebbero salvati con una certa frequenza.
Step 2: dove salvare i dati
Ora che abbiamo definito quali sorgenti dati vogliamo tutelare, dobbiamo capire come impostare un piano di backup automatizzato e strutturato, per fare questo è fondamentale definire dove vogliamo salvare i nostri dati.
Prima di tutto dobbiamo prevedere una prima copia dei dati locale in sede, non sempre però questa soluzione risulta totalmente sicura, infatti ad esempio nel caso di grosse calamità, avere il backup dei dati all’interno della nostra azienda potrebbe essere un rischio.
In questo caso quindi è importante identificare una o più sedi secondarie nelle quali allocare copie dei nostri backup.
Step 3: Documentare e testare lo scenario
Una volta definiti i punti cardine della strategia è bene concentrarsi su due aspetti: la documentazione e la validazione dello scenario.
Documentare in maniera dettagliata l’intero processo, permetterà di trasferire il maggior numero di informazioni al personale addetto. Un esempio è il piano di IBM dove vengono documentati in maniera molto dettagliata tutti gli aspetti chiave.
Altro aspetto chiave è testare lo scenario di recupero più volte nel corso del tempo, questo è un aspetto che spesso viene trascurato, ma è di vitale importanza assicurarsi che l’intera procedura sia in grado di funzionare anche sotto stress.
Hai già un piano di recupero per la tua azienda?
Se la risposta è no allora non perderti il nostro whitepaper sull’argomento. All’interno troverai tutte le informazioni chiave per dotarsi di un buon piano di Disaster Recovery che ti permetta di proteggerti da questa minaccia latente.